martedì 17 dicembre 2013

Un sorriso cordiale a passo veloce

Qualche settimana fa, in silenzio se n'è andata una persona a cui ho voluto dedicare queste poche righe. Non un familiare o un caro amico ma una persona che ha accompagnato i giorni della mia vita. Una "comparsa" a cui ho voluto rendere un affettuoso omaggio.

Un sorriso cordiale a passo veloce
ricordi che lentamente svaniscono
il nome di un grande, passato, ciclista
Un sorriso cordiale a passo veloce
foto in bianco e nero
una squadra di giovani calciatori
mio padre il piccolo e lui, il vecchio
Un sorriso cordiale a passo veloce
persone che passano a margine della vita
che la completano e la rendono tale
Un ultimo saluto veloce e cordiale
al suo sorriso e al suo passo.


18 ottobre 2007

Una calda giornata estiva

Il sax di Parker
Veleggiano note sulla canicola estiva.
Pareti a sostenere bottiglie
vecchi rossi ormai nobili
affiancati a giovani bianchi in attesa di frescura.
Fumano le orecchiette sposate a carciofi e pendolini
velate, come gambe di eleganti villeggianti,
da lievi coriandoli di ricotta.
Parker suona.
Sapori e suoni a contrasto.
Solo, a scavare uno spazio di intimità,
sapori poveri che si mescolano
e si vestono di suoni eleganti
dita che accarezzano i tasti del piano
mentre, con cura, la forchetta raccoglie gli ultimi sapori.
Profumi, suoni, sapori che riempiono
una calda giornata estiva

1 agosto 2006

Mi piace... di domenica


Mi piace camminare solo.
Mi piace ascoltare la musica alta in cuffia.
Mi piace guardarmi attorno, osservare, scrutare sorridere alla gente che incrocio.
Mi accorgo di fare il "broncio", di tenere il labbro inferiore su quello superiore, lo faccio inconsapevolmente quando sto bene, quando sono rilassato.
Poi mi fermo, cerco un posto tranquillo, al sole, mi siedo e scrivo.
E' da tano che non lo facevo, l'ultima volta quando vivevo ancora a Firenze, spesso dopo il solito giro mi fermavo agli Uffizi o all'Albereta (quanto mi manca il solito giro).
Oggi ne avevo proprio bisogno, camminare in un luogo che non conosco, carpirne i non luoghi, gli angoli particolare, respirare il genus loci che ogni posto cela.
Oggi poi, la testa è annebbiata e lo stomaco ribolle per le, troppe, birre della sera.
C'è il sole, l'aria è fresca e frizzante come solo in montagna può essere, facile da incamerare nei polmoni, pulirli e poi liberarla in un soffio.
Sono seduto di fronte una chiesa... anzi davanti al piccolo cimitero che la affinca.
E' sempre emozionante scoprire dei luoghi così belli, una chiesa vecchia, una chiesetta di montagna che nasconde un'enorme sorpresa, quasi da rimanere senza fiato, senza parola.
Sono rimasto solo, un'ora a girare per la chiesa, a scattare fotografie, a capirne la luce, i tagli sul soffitto, i piccoli particolari. Mi piace osservare, mi piace esercitare i miei occhi a carpire i cambi di colori che il sole provoca muovendosi.
Mi piace camminare solo.
Mi piace ascoltare la musica alta in cuffia.
Mi piace guardarmi attorno, osservare, scrutare sorridere alla gente che incrocio.

17 febbraio 2008 - Laives

venerdì 6 dicembre 2013

Uomini nella storia

Ci sono uomini che nella storia lasciano un segno che altri uomini potranno solo prendere come esempio per vivere degnamente questo mondo.
Ci sono uomini che con la loro vita hanno fatto la storia e hanno reso questo mondo un posto migliore dove vivere accendendo negli altri una speranza.
Ci sono uomini che hanno fatto la storia e uomini che sono la storia!

giovedì 20 giugno 2013

Mi mancherai

Mi mancherai a casa, sul divano, abbracciati sotto un plaid.
Mi mancherai dietro le spalle, in bagno mentre lavo i denti o sistemo i capelli. 
Mi mancherai! 
Mi mancherai nelle lunghe passeggiate fatte di silenzi, discussioni, risate, baci teneri e calde effusioni. 

Mi mancherai, era tutto così bello e intimo, nostro. 

Mi mancherai, ed è strano dirlo di una persona conosciuta da poco e che per poco ha fatto parte del mio tempo. 
Momenti intensi, teneri, speciali, che difficilmente riesco a trovarne scavando nei miei ricordi. 
Strano e doloroso, doverci rinunciare all'improvviso, senza capirne tutti i perché.
Mi mancherai e rinuncio a te solo per amore!

12 aprile 2012


mercoledì 19 giugno 2013

Favola

In un tempo lontano, in un bosco lontano, in un mondo magico e fatato, leggera come una farfalla viveva una strana creatura.
Nessuno nel bosco sapeva il suo nome, tutti, però, conoscevano la dolce carezza del suo sguardo, la sua gioia di vivere.
Un sorriso per tutti per scaldare il cuore anche delle creature più tristi e pensierose.
Le ali piccole e leggere, leggere come la brezza della primavera.
Nessuno aveva mai udito la sua voce, nessuno aveva mai visto una sua lacrima.
Una semplice fatina, una creatura antica e misteriosa, senza tempo ne età, caduta sulla terra, da un paradiso fatato, con il solo scopo di donare felicità.
Piccola, poco più di una spanna. Grande, tanto da occupare senza permesso la tana di uno scoiattolo.
Il posto preferito dove schiacciare il pisolino del pomeriggio, anche le fate riposano!
Sotto lo strano cappello del colore delle arance mature, gli occhi brillavano di un azzurro che rendeva il cielo di marzo rosso di vergogna per il non poter reggere il paragone con quelle celesti tonalità.

Viveva in quel bosco una strana creatura, strana ma non troppo.
Forse strana per il ruolo improprio, per la non appartenenza a quel mondo così magico.
Era passato in quel bosco per caso, viandante di una strana vita e per caso vi era entrato.
Lo aveva guardato sempre da lontano, con un po’ di diffidenza, con un po’ di paura.
Forse paura di perdersi, tra i tronchi e i cespugli alti.
Non aveva mai notato quel ruscello leggero di acqua limpida che vi scorreva in mezzo, non aveva mai respirato quegli odori di foglie umide, di fiori sbocciati, di aria fresca che sa di tutto e non sa di niente.
Ormai si era perso, aveva lasciato quel sentiero confuso, di draghi stanchi, combattuti per noia.
Si era inoltrato in quel bosco magico e li era rimasto.
Serenità, una serenità che da tanto non sentiva e che forse non aveva mai sentito.
Nell’aria qualcosa di bello, un respiro più profondo degli altri.

Steso sul prato, in una radura di quel bosco, a godersi i raggi caldi di quel sole di luglio, a scoprire le forme strane e sempre nuove delle nuvole, quello strano viandante pensava alla sua vita passata.
Un riassunto di immagini, pensieri, volti e persone, velate di nebbia, quasi dimenticate.
Presto si accorse di uno sguardo su di se, di due occhi lucenti, a cui mancavano solo i disegni delle nuvole per sembrare lo stesso cielo di luglio.
Su un ramo proprio sopra di lui, una strana creatura, quella strana creatura.
Un sorriso impertinente, allegro e suadente, che solo una presenza fatata poteva avere.

“E tu? Chi sei piccola?”

Nessuna risposta, se non quel sorriso, ma ora più ancor dolce ed ammaliante.
Perso in quegli occhi grandi...

“Ecco cos’è che riempi l’aria di profumi, di serenità, di allegria. Ora capisco cosa mi lega a questo bosco!”

Le ali spiegate, un volo in picchiata, dal ramo verso il basso, rasente al terreno poi attorno all’attonito viandante senza strada.
Una planata sfiorando l’erba, quasi ad accarezzarla con un tocco lieve di quel corpo senza peso.

“Fermati qui dolce creatura! Appoggiati alla mia mano, raccontami di te!”

Nessuna risposta solo un sorriso, uno scintillio negli occhi, forse la sfumatura di una nuvola.
Ancora in volo veloce in alto, ripido verso quelle nuvole veloci, quasi a sparire nel cielo, un puntino arancio come il sole e giù di nuovo, in picchiata, ad appoggiarsi sulla mano aperta dello stupefatto viandante.

“Fermati fatina, fermati un po’ con me. Spiegami perché qui in questo bosco, con te, sto così bene. Non ho più le mie paure, le mie angosce”

Un soffio di vento, tiepido e profumato di fiori di campo e di grano.
Una voce fresca, come il saltellare dell’acqua del ruscello sui sassi.
Nessun altro suono, nessun cinguettio o brusio di altra creatura, tutti curiosi di sentire quella voce fatata.

“Dolce viandante, da tempo ti osservo. Sai noi Fate non sciupiamo in vano parole. Certo seminiamo sorrisi e allegria ma non amiamo dispensare troppo quello che portiamo dentro. Un eccezione solo per le persone che lo meritano e che ci aprono il proprio cuore. Sei qui da un po’ di tempo a respirare i profumi della mia casa, a goderti la sua serenità! Ti sei fermato, come in un rifugio. Qui non c’è nulla, niente di diverso dal resto del mondo.”

E lui:
“Impossibile! Io qui vivo…”

Con la mano appoggiata sulle labbra del viandante.

“Shhh!!!”
“Aspetta prima di parlare. Qui con me hai solo ricominciato a sognare, hai solo aperto di nuovo il tuo cuore. Hai dato un senso alla parola amore, quel amore semplice e sincero fatto di sorrisi e carezze lievi, di profumi di pelle e baci che non stancano mai.”

La bocca socchiusa senza prendere fiato. Gli occhi fissi sulle piccole labbra.

“Adesso chiudi gli occhi, mio dolce viandante. Ritorna nel tuo mondo ma portami nel cuore, come io ti porterò sempre nel mio. Qui puoi sempre tornare, tutte le volte che ti sentirai triste e solo, questo sarà sempre la tua casa”

“Dolce fatina ora so cosa mi mancava e cosa ho trovato. Mi hai insegnato l’amore, con te ho ritrovato la mia serenità,la mia gioia di crescere e scoprire, tutto quello che mi mancava. Ora potrò riprendere il mio sentiero perché ora so che non sarò più solo.”
“Non sarai mai solo… come mai sarò sola io. Porterò il tuo nome nel mio cuore e tu porterai il mio… Vivianne”

martedì 5 febbraio 2013

...e finge di essere il mare

È strano pensare che qui non ci sia il mare.
Da dietro i gerani sembra di vedere uno specchio dove le colline timide si riflettono ansiose.
I pini contornano il panorama come una quinta studiata a tavolino.
Tutto sembra perfetto stagliato su un cielo nuvolo che si unisce in armonia con la vista.
Mi siedo e respiro forte, salgono i profumi di un'estate ormai avviata.
Le ciliegie sono di nuovo nere, mature, cariche di quella dolcezza che in un morso affrettato cozza con il nocciolo.
Tutto sembra immobile a parte la lieve brezza che “suona” con ritmo tenue le fronde lasciate libere dai rami. Quando il sole scompare e lascia spazio alla luce che ancora è sua ma arriva riflessa dalle colline, l'unico suono nitido che accompagna il vento è il cinguettare deciso che giunge dai rami.
Non esiste tensione, tutto è rilassato, studiato, nei minimi particolari.
In basso il lago, che finge in vano di essere mare, rimane a guardare pacato e silenzioso aspettando il riflesso della luna.


martedì 29 gennaio 2013

Fatti conoscere per quello che sei e se non capirà quanto sei speciale allora, solo allora smetti di lottare.

giovedì 10 gennaio 2013

Amo il tuo sorriso imperfetto, la tua voglia di imparare, la tua inconcludenza,
Amo ogni tuo difetto, i tuoi silenzi cupi, la tua assenza
Amo le tue rapide instabilità, la tua curiosità, la tua spensieratezza,
Amo i tuoi occhi accesi, la tua unica fossetta, la tua delicatezza
Amo da tanto, amo da sempre!

martedì 8 gennaio 2013

Novecento


Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita. Gradino dopo gradino. E ogni gradino era un desiderio. Per ogni passo, un desiderio a cui dicevo addio.
Non sono pazzo, fratello. Non siamo pazzi quando troviamo il sistema per salvarci. Siamo astuti come animali affamati. Non c'entra la pazzia. È genio, quello. È geometria. Perfezione. I desideri stavano strappandomi l'anima. Potevo viverli, ma non ci son riuscito.
Allora li ho incantati. E a uno a uno li ho lasciati dietro di me. Geometria. Un lavoro perfetto."
["Novecento. Un monologo" di Alessandro Baricco]

lunedì 7 gennaio 2013

Mutazioni

Più sarà lunga e travagliata l'attesa del cambiamento più questo risulterà doloroso nella sua sopportazione[...]

domenica 6 gennaio 2013

Lolita




Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul. Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta. ...

["Lolita" di Vladimir Nabokov] 

sabato 5 gennaio 2013

La consistenza dell'amore

L'unica cosa che conosco dell'amore è la sua consistenza.
L'amore è fluido.
E' un liquido che si adatta al suo contenitore, si adegua e ne prende la forma.
L'amore non è solido perché  se lo fosse, non riuscirebbe a trovare gli spazi giusti e il proprio collocamento.
L'amore non è gassoso perché al tatto, altrimenti, non ne percepiresti la consistenza.
L'unica cosa che conosco dell'amore è la sua consistenza.
L'amore è un fluido!

venerdì 4 gennaio 2013

Il Profumo


"Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere.[...] Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini”
[“Il profumo” di Patrick Suskind]

giovedì 3 gennaio 2013

Rapporti tra le masse

Il rapporto tra la massa di un meteorite e quella della terra è davvero irrisoria ma un meteorite, per quanto piccolo, quando entra in collisione con la crosta terrestre porta sconvolgimenti e devastazioni. Non conta il tempo che si condivide in una vita ma quanto questo tempo ne modifica il suo decorso.

mercoledì 2 gennaio 2013

Quattro piedi



Avrei voluto quattro piedi per non cedere alla tentazione di raccogliere un fiore,
quattro piedi per rimanere ben piantato a terra e ritrovare finalmente la mia stabilità.

martedì 1 gennaio 2013

Punto Zero

L'aria è così calda che faccio fatica a respirare, nonostante l'ora il fresco non sembra avere nessuna intenzione di farsi sentire. Pensavo che qui in mezzo al mare, almeno la notte, la brezza lenisse i disagi portati dal caldo. Non è così, il caldo è caldo e se ci aggiungi l'umidità che sale la notte diventa lunga e appiccicosa. Di dormire non se ne parla, solo il pensiero di stendermi su quel letto bollente mi manda ai matti.
Meglio tornare a guardare le stelle, quelle, almeno qui, sono bellissime e così tante che il cielo sembra quasi bianco, il carro maggiore è nitido al punto che oltre ai sette astri che lo compongono si riconoscono quelli che di solito rimangono nascoste all'occhio inesperto, intanto la luna sta salendo da dietro e tra poco inghiottirà con la sua luce riflessa molte delle costellazioni che compongono l'immenso puzzle appeso al cielo scuro.
Poco male, mi piace rimanere sveglio e guardare le onde infrangersi sulla scogliera qui sin basso e vedere gli schizzi che sotto la luce della luna diventano argentei.

Il mio tempo di notte è scandito dalla luce del faro che rotea sulla mia testa a rischiarare il mare e dallo sciabordio delle onde che si stampano veloci a schiaffeggiare gli scogli. E' bello studiarne il ritmo, onde e scogli sembrano amanti inquieti che si prendono e si lasciano, si allontanano e magneticamente si riavvicinano.
Accendo il mozzicone di sigaro appoggiato sul davanzale, la luce del fiammifero rischiara appena la stanza e presto lascia il posto al tizzone incandescente e alle spirali di fumo. E' da tanto che ho perso l'abitudine di fumare alla finestra, mi serviva per concentrarmi nelle notti di lavoro, il fumo saporito del tabacco mi ricorda la mia vita a Firenze e l'estate quando me ne stavo ore appoggiato alla finestra a respirare il fumo del tabacco e il caldo della città, seguendo con lo sguardo l'Arno scendere stanco verso Ponte Vecchio.
Ancora non mi spiego il motivo del mio arrivo in questo posto, una scelta di vita, un cambio di direzione o forse una semplice fuga codarda.
Sicuramente il bisogno di staccare tutto e allontanarmi da tutti, non rivedere più le stesse facce e ritrovarmi immerso negli stessi pensieri a guardare dentro lo stesso pozzo scuro.
Arrivare al limite è facile, la cosa difficile è rendersene conto e avere la forza di fare qualcosa per sterzare e cambiare direzione. Per una volta ho avuto il coraggio di cambiare, scappando, si, ma sempre prendendo coscienza che tutto sarebbe cambiato.
Finalmente ho resettato. Questo è il mio punto zero. Da qui si riparte, in salita ma si riparte.