L'aria è così
calda che faccio fatica a respirare, nonostante l'ora il fresco non sembra
avere nessuna intenzione di farsi sentire. Pensavo che qui in mezzo al mare,
almeno la notte, la brezza lenisse i disagi portati dal caldo. Non è così, il
caldo è caldo e se ci aggiungi l'umidità che sale la notte diventa lunga e
appiccicosa. Di dormire non se ne parla, solo il pensiero di stendermi su quel
letto bollente mi manda ai matti.
Meglio tornare
a guardare le stelle, quelle, almeno qui, sono bellissime e così tante che il
cielo sembra quasi bianco, il carro maggiore è nitido al punto che oltre ai
sette astri che lo compongono si riconoscono quelli che di solito rimangono
nascoste all'occhio inesperto, intanto la luna sta salendo da dietro e tra poco
inghiottirà con la sua luce riflessa molte delle costellazioni che compongono
l'immenso puzzle appeso al cielo scuro.
Poco male, mi
piace rimanere sveglio e guardare le onde infrangersi sulla scogliera qui sin
basso e vedere gli schizzi che sotto la luce della luna diventano argentei.
Il mio tempo di notte è scandito dalla luce del faro che rotea sulla mia testa
a rischiarare il mare e dallo sciabordio delle onde che si stampano veloci a
schiaffeggiare gli scogli. E' bello studiarne il ritmo, onde e scogli sembrano
amanti inquieti che si prendono e si lasciano, si allontanano e magneticamente
si riavvicinano.
Accendo il
mozzicone di sigaro appoggiato sul davanzale, la luce del fiammifero rischiara
appena la stanza e presto lascia il posto al tizzone incandescente e alle
spirali di fumo. E' da tanto che ho perso l'abitudine di fumare alla finestra,
mi serviva per concentrarmi nelle notti di lavoro, il fumo saporito del tabacco
mi ricorda la mia vita a Firenze e l'estate quando me ne stavo ore appoggiato
alla finestra a respirare il fumo del tabacco e il caldo della città, seguendo
con lo sguardo l'Arno scendere stanco verso Ponte Vecchio.
Ancora non mi
spiego il motivo del mio arrivo in questo posto, una scelta di vita, un cambio
di direzione o forse una semplice fuga codarda.
Sicuramente il
bisogno di staccare tutto e allontanarmi da tutti, non rivedere più le stesse
facce e ritrovarmi immerso negli stessi pensieri a guardare dentro lo stesso
pozzo scuro.
Arrivare al
limite è facile, la cosa difficile è rendersene conto e avere la forza di fare
qualcosa per sterzare e cambiare direzione. Per una volta ho avuto il coraggio
di cambiare, scappando, si, ma sempre prendendo coscienza che tutto sarebbe
cambiato.
Finalmente ho
resettato. Questo è il mio punto zero. Da
qui si riparte, in salita ma si riparte.
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