martedì 1 gennaio 2013

Punto Zero

L'aria è così calda che faccio fatica a respirare, nonostante l'ora il fresco non sembra avere nessuna intenzione di farsi sentire. Pensavo che qui in mezzo al mare, almeno la notte, la brezza lenisse i disagi portati dal caldo. Non è così, il caldo è caldo e se ci aggiungi l'umidità che sale la notte diventa lunga e appiccicosa. Di dormire non se ne parla, solo il pensiero di stendermi su quel letto bollente mi manda ai matti.
Meglio tornare a guardare le stelle, quelle, almeno qui, sono bellissime e così tante che il cielo sembra quasi bianco, il carro maggiore è nitido al punto che oltre ai sette astri che lo compongono si riconoscono quelli che di solito rimangono nascoste all'occhio inesperto, intanto la luna sta salendo da dietro e tra poco inghiottirà con la sua luce riflessa molte delle costellazioni che compongono l'immenso puzzle appeso al cielo scuro.
Poco male, mi piace rimanere sveglio e guardare le onde infrangersi sulla scogliera qui sin basso e vedere gli schizzi che sotto la luce della luna diventano argentei.

Il mio tempo di notte è scandito dalla luce del faro che rotea sulla mia testa a rischiarare il mare e dallo sciabordio delle onde che si stampano veloci a schiaffeggiare gli scogli. E' bello studiarne il ritmo, onde e scogli sembrano amanti inquieti che si prendono e si lasciano, si allontanano e magneticamente si riavvicinano.
Accendo il mozzicone di sigaro appoggiato sul davanzale, la luce del fiammifero rischiara appena la stanza e presto lascia il posto al tizzone incandescente e alle spirali di fumo. E' da tanto che ho perso l'abitudine di fumare alla finestra, mi serviva per concentrarmi nelle notti di lavoro, il fumo saporito del tabacco mi ricorda la mia vita a Firenze e l'estate quando me ne stavo ore appoggiato alla finestra a respirare il fumo del tabacco e il caldo della città, seguendo con lo sguardo l'Arno scendere stanco verso Ponte Vecchio.
Ancora non mi spiego il motivo del mio arrivo in questo posto, una scelta di vita, un cambio di direzione o forse una semplice fuga codarda.
Sicuramente il bisogno di staccare tutto e allontanarmi da tutti, non rivedere più le stesse facce e ritrovarmi immerso negli stessi pensieri a guardare dentro lo stesso pozzo scuro.
Arrivare al limite è facile, la cosa difficile è rendersene conto e avere la forza di fare qualcosa per sterzare e cambiare direzione. Per una volta ho avuto il coraggio di cambiare, scappando, si, ma sempre prendendo coscienza che tutto sarebbe cambiato.
Finalmente ho resettato. Questo è il mio punto zero. Da qui si riparte, in salita ma si riparte.

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